Il racconto di Roberto | Training Course EYF "Animate the Change" - Nis, Serbia, dall'8 al maggio 2016

Ogni volta che parto per uno dei vari scambi o training sponsorizzati dall’Unione Europea o dal Fondo Europeo per i Giovani (EYF – European Youth Foundation), nella mia testa ritornano sempre quelle barzellette che incominciano con “ci sono un italiano, un francese e un tedesco…”: il primo giorno, all’arrivo dei partecipanti è sempre un po’ così… Tutti sono un po’ storditi dal viaggio e dall’impatto con un nuovo paese e una nuova lingua; ognuno tasta a suo modo il
terreno per incominciare a stabilire contatti e relazioni con gli altri ragazzi, e già da quel momento però, incominciano a delinearsi le prime complicità e le prime affinità. Chi penserebbe mai che dopo solo pochi giorni riescono a crearsi solidi legami che possono durare nel tempo?
Un gruppetto di perfetti sconosciuti, provenienti dai più disparati paesi, stavolta si è riunito in una cittadina del sud della Serbia, Nis, per il training course “Animate the Change”. Reso possibile grazie al finanziamento del Fondo Europeo per i Giovani (EYF), il progetto è stato ideato e condotto dall’organizzazione KOM018, autoctona di Nis.
Lo scopo del progetto portato avanti dai bravissimi ragazzi del KOM018 è quello di utilizzare le arti figurative e sonore per promuovere la lotta contro il cosiddetto hate speech. Il KOM018, insieme ad altre organizzazioni e associazioni sparse per l’Europa, ha dato vita alla rete dei Hate Fighters, rete che si allarga pian piano e riesce, grazie al lavoro di tutti, ad essere sempre più efficace ed incisiva, a creare un effettivo cambiamento nelle diverse comunità in cui operano i diversi attori.
Le principali armi dell’esercito dei Hate Fighters sono la creatività e il lavoro di gruppo: ogni piccola idea ha un enorme potenziale, e solo tramite la discussione il confronto e lo sviluppo, quella piccola idea può diventare qualcosa di grande ed essere parte di un cambiamento. Tema particolare di Animate the Change era lo sviluppo del dialogo tra i diversi paesi balcanici, tra i quali, a causa del turbolento passato, non è sempre facile instaurare relazioni pacifiche. Ragazzi ambasciatori di paesi dalla Slovenia alla Grecia (più l’Italia) si sono trovati tutti insieme con l’obiettivo di costruire qualcosa di bello.
Le attività svoltesi durante la settimana a Nis rispecchiano fedelmente questa ideologia: ogni mattina è stata caratterizzata da sessioni di quella che viene chiamata educazione non formale, ovvero la spiegazione e il conseguente apprendimento di concetti tramite attività di gruppo ludiche o semi-ludiche, che stimolano allo stesso tempo una maggiore sensibilizzazione sia verso il concetto trattato che sulla creazione del gruppo, riuscendo in duplice intento: educare e creare connessioni tra tutti i partecipanti. Le attività mattutine sono state degli approfondimenti riguardo tutti gli aspetti del dialogo interculturale; un approccio graduale che ha fornito un’ampia panoramica della questione.

Dopo la pausa pranzo il gruppo viene diviso tra le due fazioni complementari “stop motion” e “hip hop”. Entrambe con lo scopo di dare supporto alla lotta all’odio con materiale creativo, il primo gruppo con una specifica tecnica per la produzione di video (stop motion, appunto) e il secondo con la creazione di una canzone. Entrambi i gruppi hanno lavorato con determinazione e fantasia, ognuno è stato parte attiva del percorso creativo e di messa in pratica sia della produzione video che audio. Per la parte musicale è stato deciso di utilizzare l’hip hop intenzionalmente, con l’idea di “riqualificare” l’idea diffusa che questo tipo di musica sia veicolo esclusivamente di valori negativi.
Creatività e lavoro di gruppo hanno dunque dato vita a ottimi risultati che saranno presto reperibili sulle varie piattaforme social; potranno essere utilizzati nell’ambito dell’educazione interculturale e nella sensibilizzazione di queste delicate tematiche. Oltre ad essere stata un’occasione per creare qualcosa di utile, questa settimana a Nis ha dato modo ad ognuno dei partecipanti la possibilità di conoscere con tanti nuovi punti di vista differenti ed entrare a contatto con culture e modi di vivere magari prima sconosciuti. Ovviamente non sono mancati i momenti di svago, sia all’interno della struttura ospitante che in città; la serata interculturale è senza dubbio un momento che avvicina tutti e dà la possibilità di scoprire nuove cose riguardanti i paesi di provenienza dei partecipanti.
Per i ragazzi del KOM018 non era certo la prima attività riguardante il dialogo interculturale e la lotta all’odio: la loro squadra è una macchina ben oliata, riuscendo essere allo stesso tempo seri ma mai noiosi, creando un perfetto equilibrio ed un’atmosfera rilassata e divertente. È senza dubbio grazie alla loro competenza e alla loro professionalità che tutti noi siamo tornati alle nostre case con la consapevolezza di aver imparato molte nuove cose e di essere riusciti nella creazione di qualcosa di interessante, contenti di essere stati (e con l’impegno di continuare a esserlo) una delle tante gocce, con la speranza che un giorno questo fiume arrivi al mare fino a dolcificarlo.
Roberto Renino