Il racconto di Lara | "Expanding Opportunities for Youth Employment" Erasmus+ Training Course a Sumy, Ucraina - 20-28/08/2019
Ore 5:30: sveglia. Ci aspettano più di 3000 Km di strada e 16 ore di viaggio per raggiungere Sumy, cittadina nel Nord-Est dell’Ucraina, per partecipare al Training Course “Expanding Opportunities for Youth Employment”, per spiegare e capire la mobilità giovanile in Europa, le sue cause, le sue conseguenze e le opportunità che ne derivano.
Prima fermata a Napoli, poi Kiev e finalmente Sumy. Per tutti noi partecipanti italiani è la prima volta in Ucraina e partiamo con un’idea, con delle aspettative su questo Paese che fin dalla prima sera vengono confermate o stravolte. Ma è anche questo il bello dei viaggi verso posti nuovi e soprattutto inusuali.
Il Training è intenso, un programma fitto, dove tutti noi partecipanti dall’Italia, Spagna, Germania, Cipro, Armenia, Georgia, Azerbaijan e ovviamente Ucraina, siamo coinvolti in analisi, discussioni, prove e approfondimenti sul mondo del lavoro in Europa, quanto siano importanti le figure del coach e del mentor, come allenare e migliorare le proprie skills e competenze e nuove tecniche per relazionarsi al meglio in un team. Una settimana al contatto con la cultura e il folclore ucraini, attraverso il cibo (una vera sfida!), la lingua, i simboli e i luoghi caratteristici della città, le leggende, la storia e gli eventi.
Assistiamo, per esempio, alla parata in occasione dell’anniversario dell’indipendenza del Paese, notiamo i costumi floreali, i graffiti e la street art, sperimentiamo i trasporti chiassosi e scomodi ma ugualmente divertenti.
Tutto il gruppo internazionale è unito: ci scambiano esperienze comuni, creiamo nuove amicizie e contatti, scopriamo tradizioni e abbattiamo stereotipi.
Prima di rientrare in Italia, trascorriamo un paio di giorni nella capitale, Kiev, dove giganti blocchi di cemento si alternano a grandi parchi verdi, vicoli e chiese dorate, quartieri vivaci e tanta birra.
Ogni nuova esperienza può sembrare insignificante e ordinaria mentre la si vive, non ci si accorge di quello che si impara e che si assorbe dagli altri. Quando si torna a casa, invece, si elabora tutto, le informazioni e le relazioni, comprendendo quanto si sia cambiati e come si siano trasformate le nostre aspettative per il futuro e, soprattutto, una diversa percezione del mondo esterno, più consapevole e critica, impazienti per il prossimo viaggio.
Prima fermata a Napoli, poi Kiev e finalmente Sumy. Per tutti noi partecipanti italiani è la prima volta in Ucraina e partiamo con un’idea, con delle aspettative su questo Paese che fin dalla prima sera vengono confermate o stravolte. Ma è anche questo il bello dei viaggi verso posti nuovi e soprattutto inusuali.
Il Training è intenso, un programma fitto, dove tutti noi partecipanti dall’Italia, Spagna, Germania, Cipro, Armenia, Georgia, Azerbaijan e ovviamente Ucraina, siamo coinvolti in analisi, discussioni, prove e approfondimenti sul mondo del lavoro in Europa, quanto siano importanti le figure del coach e del mentor, come allenare e migliorare le proprie skills e competenze e nuove tecniche per relazionarsi al meglio in un team. Una settimana al contatto con la cultura e il folclore ucraini, attraverso il cibo (una vera sfida!), la lingua, i simboli e i luoghi caratteristici della città, le leggende, la storia e gli eventi.
Assistiamo, per esempio, alla parata in occasione dell’anniversario dell’indipendenza del Paese, notiamo i costumi floreali, i graffiti e la street art, sperimentiamo i trasporti chiassosi e scomodi ma ugualmente divertenti.
Tutto il gruppo internazionale è unito: ci scambiano esperienze comuni, creiamo nuove amicizie e contatti, scopriamo tradizioni e abbattiamo stereotipi.
Prima di rientrare in Italia, trascorriamo un paio di giorni nella capitale, Kiev, dove giganti blocchi di cemento si alternano a grandi parchi verdi, vicoli e chiese dorate, quartieri vivaci e tanta birra.
Ogni nuova esperienza può sembrare insignificante e ordinaria mentre la si vive, non ci si accorge di quello che si impara e che si assorbe dagli altri. Quando si torna a casa, invece, si elabora tutto, le informazioni e le relazioni, comprendendo quanto si sia cambiati e come si siano trasformate le nostre aspettative per il futuro e, soprattutto, una diversa percezione del mondo esterno, più consapevole e critica, impazienti per il prossimo viaggio.