Dopo un inizio un po’ turbolento a causa dei ritardi legati alla pandemia, il progetto al quale sto partecipando, Eastern Partnership Volunteering program 2.0, sta proseguendo secondo i piani. Ovviamente, le restrizioni in vigore non consentono piena libertà nello svolgimento delle attività, ma, nonostante ciò, il nostro team sta perseguendo i suoi obiettivi con soluzioni alternative e utilizzando tutti i mezzi a disposizione.
Ogni mese tutti i membri dell’associazione si riuniscono per scegliere una delle giornate internazionali previste dal calendario delle Nazioni Unite e organizzare una campagna di sensibilizzazione sull’argomento scelto con attività di diverso tipo. Nonostante le restrizioni, in questi mesi siamo riusciti ad organizzare anche attività off-line all’aperto. Nel frattempo, noi volontari abbiamo l’opportunità di sviluppare un progetto individuale, scegliendo un argomento e instaurando collaborazioni con altre organizzazioni ed enti in città.
Nonostante le limitazioni dovute alla situazione, il progetto mi sta dando tantissimi input. Innanzitutto, il solo fatto di vivere in un ambiente multiculturale è uno scambio continuo di idee, tradizioni e modi di vedere il mondo. Ogni giorno ho l’occasione di imparare qualcosa di nuovo del Paese che mi ospita e dei Paesi di provenienza degli altri volontari. In più, considerando che la maggior parte delle attività al momento sono online, sto imparando ad utilizzare nuove piattaforme digitali e programmi di editing, video-making e intrattenimento e a gestire meglio i social media. Come prima esperienza di volontariato, inoltre, sto imparando molto su questo mondo e sul mondo dei progetti europei.
Anche se non è sempre facile accettare di non avere totale libertà, qui a Bucarest la vita può definirsi quasi normale. Locali e musei sono per la maggior parte aperti per cui durante la giornata è possibile visitare i principali luoghi o passeggiare in uno dei numerosi parchi della città. Soprattutto ora che le temperature cominciano ad essere quasi primaverili, viene spontaneo cercare di passare più tempo possibile alla scoperta della città e, quando possibile, anche di trascorrere un weekend fuori Bucarest.
Per quanto riguarda le attività dell’organizzazione, sono in generale colpita dalla capacità di reinventarsi in questi tempi di incertezza. La mia idea di volontariato prima di prendere parte a questo progetto era molto tradizionale, orientata verso una concezione pratica di aiuto e soprattutto basata sul contatto umano e la condivisione. Sicuramente niente può sostituire il sentimento di umanità e di solidarietà che si sviluppano nell’interazione diretta con l’altro, ma sto imparando che ci sono molti modi per donare il proprio tempo e le proprie capacità e che ci si può sentire parte di una comunità anche senza incontrarsi. Spero ovviamente che questo incontro possa avvenire presto!
Saluti da Bucarest!