Call aperta per un training course. Van, Turchia. Ultima grande città ad est prima del confine con l’antica Persia. Empowerment of youth generation, questo è il tema del training course. C’è un richiamo nell’aria che mi dice sarà il posto giusto per scoprire una terra da sempre sognata. Ok, invio la candidatura. La risposta non tarda ad arrivare, apro l’email e spalanco gli occhi: sono stato scelto! Preso dalla frenesia contatto subito Elena e Rocco dell’associazione Beyond Borders con cui partecipiamo al progetto, l’organizzazione del viaggio è veloce grazie ai consigli e alla grande esperienza dell’associazione. Finalmente, si parte!
Incontro Maria Cristina in aeroporto, grande danzatrice e esperta di balli popolari da tutto il mondo, oltre che compagna di viaggio e di corso per questo progetto. Subito l’anima pugliese si fa sentire e le chiacchiere volano, così come il nostro aereo che attera in una Istanbul innevata da film. Tempo di una sosta per la notte e ci lasciamo la meraviglia di un’ incantevole Sultanahmet alle spalle, si riparte. Ed eccoci a Van, dove incontriamo in aeroporto i “silenziosissimi” compagni spagnoli e Zaira, terza componente del team Italia. L’accoglienza dell’organizzazione turca è calorosa, così ci sentiamo subito a casa con i ragazzi che partecipano al progetto da Repubblica Ceca, Spagna, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Grecia, e ovviamente la special home guest: la Turchia!
Già dalla prima cena briefing capiamo che il training è interessante oltre le aspettative, sono molti i contenuti e soprattutto una tecnica di apprendimento fino ad allora poco esplorata: la non formal education. Onur e il team dell’associazione ospitante ci guidano attraverso le tematiche che diventeranno presto il nostro pane quotidiano, insieme ai deliziosi piatti tipici del posto, come special souce, Çiğ köfte e Bakhlava. Approfondiamo nuove metodologie per valorizzare il ruolo dei giovani nel mondo del lavoro, come concentrare al meglio le energie per arrivare all’obiettivo prefissato, le sfide che la vita di tutti i giorni ci mette davanti e come affrontarle per superare i propri limiti, uscire dalla propria comfort zone e imparare ad accettare anche le sconfitte, interiorizzarle e farle diventare dei punti di forza su cui lavorare e gestire meglio per la prossima sfida.
A metà del corso sentiamo che le nozioni e le emozioni sono davvero tante e diverse, abbiamo bisogno di un break per metabolizzare ciò che stiamo vivendo. L’esperienza dell’organizzazione turca l’aveva già previsto, infatti è in programma un’escursione sul lago di Van. Dal battello per l’isola di Akdamar il panorama è mozzafiato, la visita alla chiesa armena sull’isola ci fa fare un viaggio nel tempo fino al Medioevo e la vista delle montagne innevate completa una cornice perfetta. Il gruppo è ormai molto unito, sentiamo di far parte di una stessa grande famiglia internazionale e torniamo a Van ancora più carichi e eccitati per la parte finale del corso.
Nei giorni successivi esploriamo il mondo delle opportunità che l’unione europea offre ai giovani, sotto forma di progetti Erasmus+, SVE e anche delle possibilità di lavoro all’interno dei vari dipartimenti e delle commissioni. Lavoriamo in gruppi misti e presentiamo proposte di progetti per scambi culturali e volontariato. Tra le idee che ci scambiamo e i background diversi che si fondono (italiani e spagnoli che si rilassano in slavic squat o polacchi e lituani che preparano una vera sangria di Granada, il bello dell’intercultura eheh), con sottofondo la voce del muezzin dalla vicina moschea, quasi ci passa di mente che il training sta per concludersi.
Torniamo a casa con un bagaglio di conoscenze ed esperienze nuove vastissimo, siamo pronti per condividere ciò che abbiamo imparato con i ragazzi di tutta Europa che vogliono fare un’esperienza come la nostra e soprattutto con la consapevolezza di far parte di un’unica grande famiglia! Un’esperienza eccezionale che consiglierei di fare a tutti, soprattutto a chi come me non l’aveva ancora vissuta, e di farla il prima possibile!
Güle güle!
Incontro Maria Cristina in aeroporto, grande danzatrice e esperta di balli popolari da tutto il mondo, oltre che compagna di viaggio e di corso per questo progetto. Subito l’anima pugliese si fa sentire e le chiacchiere volano, così come il nostro aereo che attera in una Istanbul innevata da film. Tempo di una sosta per la notte e ci lasciamo la meraviglia di un’ incantevole Sultanahmet alle spalle, si riparte. Ed eccoci a Van, dove incontriamo in aeroporto i “silenziosissimi” compagni spagnoli e Zaira, terza componente del team Italia. L’accoglienza dell’organizzazione turca è calorosa, così ci sentiamo subito a casa con i ragazzi che partecipano al progetto da Repubblica Ceca, Spagna, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Grecia, e ovviamente la special home guest: la Turchia!
Già dalla prima cena briefing capiamo che il training è interessante oltre le aspettative, sono molti i contenuti e soprattutto una tecnica di apprendimento fino ad allora poco esplorata: la non formal education. Onur e il team dell’associazione ospitante ci guidano attraverso le tematiche che diventeranno presto il nostro pane quotidiano, insieme ai deliziosi piatti tipici del posto, come special souce, Çiğ köfte e Bakhlava. Approfondiamo nuove metodologie per valorizzare il ruolo dei giovani nel mondo del lavoro, come concentrare al meglio le energie per arrivare all’obiettivo prefissato, le sfide che la vita di tutti i giorni ci mette davanti e come affrontarle per superare i propri limiti, uscire dalla propria comfort zone e imparare ad accettare anche le sconfitte, interiorizzarle e farle diventare dei punti di forza su cui lavorare e gestire meglio per la prossima sfida.
A metà del corso sentiamo che le nozioni e le emozioni sono davvero tante e diverse, abbiamo bisogno di un break per metabolizzare ciò che stiamo vivendo. L’esperienza dell’organizzazione turca l’aveva già previsto, infatti è in programma un’escursione sul lago di Van. Dal battello per l’isola di Akdamar il panorama è mozzafiato, la visita alla chiesa armena sull’isola ci fa fare un viaggio nel tempo fino al Medioevo e la vista delle montagne innevate completa una cornice perfetta. Il gruppo è ormai molto unito, sentiamo di far parte di una stessa grande famiglia internazionale e torniamo a Van ancora più carichi e eccitati per la parte finale del corso.
Nei giorni successivi esploriamo il mondo delle opportunità che l’unione europea offre ai giovani, sotto forma di progetti Erasmus+, SVE e anche delle possibilità di lavoro all’interno dei vari dipartimenti e delle commissioni. Lavoriamo in gruppi misti e presentiamo proposte di progetti per scambi culturali e volontariato. Tra le idee che ci scambiamo e i background diversi che si fondono (italiani e spagnoli che si rilassano in slavic squat o polacchi e lituani che preparano una vera sangria di Granada, il bello dell’intercultura eheh), con sottofondo la voce del muezzin dalla vicina moschea, quasi ci passa di mente che il training sta per concludersi.
Torniamo a casa con un bagaglio di conoscenze ed esperienze nuove vastissimo, siamo pronti per condividere ciò che abbiamo imparato con i ragazzi di tutta Europa che vogliono fare un’esperienza come la nostra e soprattutto con la consapevolezza di far parte di un’unica grande famiglia! Un’esperienza eccezionale che consiglierei di fare a tutti, soprattutto a chi come me non l’aveva ancora vissuta, e di farla il prima possibile!
Güle güle!