Il racconto di Marco e Paolo | Youth Exchange Erasmus+ "Time to Say I Can" - Horezu, Romania, dal 15 al 24 ottobre 2016
Come mio primo progetto è stato impressionante! Pensavo solo di affrontare un normale viaggio per godermi 10 giorni in vacanza; ma le attività, le persone con i loro diversi caratteri, gli abbracci, i baci, i sorrisi e le diverse esperienze mi hanno lasciato pieno e vuoto allo stesso tempo... 35 ragazzi e ragazze provenienti da 5 Paesi diversi... ognuno speciale in diverso modo!
Ma andiamo con ordine. La partenza è spesso piena di incertezze, preoccupazioni.
E non solo per via della valigia sempre insufficiente per caricare maglioni, pantaloni, ma anche guanti e tutti i risultati di migliaia di raccomandazioni materne per via del freddo e del tempo imprevedibile all'estero! Dopo un viaggio notturno eccoci in Romania, terra di confine, terra dalle mille storie. Spesso poco conosciuta, spesso vittima di pregiudizi da parte del "civilizzato" Occidente.
Il secondo giorno siamo poi partiti alla volta di Horezu. E là è iniziata l'avventura. Imparare a ballare il flamenco, bere palinca fino alla nausea oppure partecipare ad un matrimonio rumeno ballando con gli invitati fino a notte fonda...Ditemi, tutto questo lo potreste mai vivere stando a casa? Bè, sono emozioni che nella vita non causano solo il mal di testa da sbornia, ma che sanno sempre ragalare lacrime di gioia al ricordo. Alla fine di questa fantastica avventura con Dragos e Alicja, i due organizzatori, splendide e competenti persone che sanno quando la serietà è d'obbligo e quando è ora di divertirsi, siamo tornati per un giorno ancora a Bucarest. Un ciclo iniziato e conclusosi nella Parigi dell'Est con la promessa di rivedersi, chissà, di nuovo nella magica Romania o ovunque in Europa.
Ps: La valigia della partenza si è rotta al ritorno. Nessun acquisto, ma i sorrisi e le esperienze sono spesso troppo grandi da portare in valigia. La prossima volta si imbarca ;) ahaha
Ma andiamo con ordine. La partenza è spesso piena di incertezze, preoccupazioni.
E non solo per via della valigia sempre insufficiente per caricare maglioni, pantaloni, ma anche guanti e tutti i risultati di migliaia di raccomandazioni materne per via del freddo e del tempo imprevedibile all'estero! Dopo un viaggio notturno eccoci in Romania, terra di confine, terra dalle mille storie. Spesso poco conosciuta, spesso vittima di pregiudizi da parte del "civilizzato" Occidente.
Il secondo giorno siamo poi partiti alla volta di Horezu. E là è iniziata l'avventura. Imparare a ballare il flamenco, bere palinca fino alla nausea oppure partecipare ad un matrimonio rumeno ballando con gli invitati fino a notte fonda...Ditemi, tutto questo lo potreste mai vivere stando a casa? Bè, sono emozioni che nella vita non causano solo il mal di testa da sbornia, ma che sanno sempre ragalare lacrime di gioia al ricordo. Alla fine di questa fantastica avventura con Dragos e Alicja, i due organizzatori, splendide e competenti persone che sanno quando la serietà è d'obbligo e quando è ora di divertirsi, siamo tornati per un giorno ancora a Bucarest. Un ciclo iniziato e conclusosi nella Parigi dell'Est con la promessa di rivedersi, chissà, di nuovo nella magica Romania o ovunque in Europa.
Ps: La valigia della partenza si è rotta al ritorno. Nessun acquisto, ma i sorrisi e le esperienze sono spesso troppo grandi da portare in valigia. La prossima volta si imbarca ;) ahaha