Il racconto di Raffaella | Youth Exchange Erasmus+ "I am social, not social media addicted" - Åhus, Svezia, dal 18 al 25 agosto 2016
Certe nuvole sono più vive di altre. E ci sono posti che sembrano fatti apposta per contenerle tutte insieme, in un enorme abbraccio che incanta gli occhi.
O almeno hanno incantato i miei e quelli dei miei compagni di viaggio diretti verso l’estremo nord del mondo, la Svezia.
Cinque ragazzi, tanti maglioni ad agosto e una voglia irrefrenabile di esplorare una realtà così diversa dalla propria.
Così abbiamo intrapreso questo cammino collettivo verso un piccolo villaggio del sud della Svezia, Åhus, alla scoperta di cosa gli umani sono diventati adesso, in un periodo storico così potentemente influenzato dal mondo dei Social Media.
Fra scherzi, laboratori e dibattiti abbiamo cercato di analizzare, e allo stesso tempo analizzarci, in una società che necessita un confronto con i Social e ciò che rappresentano nella nostra vita.
Avere la possibilità di farlo in una cornice splendida ai limiti del surreale, con la fortuna di potersi confrontare con ragazzi ed esperienze così diverse per cultura e provenienza, è stata indubbiamente un’esperienza unica e irripetibile, come ogni progetto del resto. E come ogni volta c’è qualcosa di nuovo e inaspettato che ti punge acuto come un spillo quando ci pensi poi dopo. È una strana sensazione di bellezza inaspettata quella di poter andare lontano e scoprire qualcosa di nuovo, e saper soprattutto quali sono poi le cose più importanti che ostinatamente ci portiamo in valigia.
Le cose che contano. Un viaggio è qualcosa di positivo a prescindere, ma esperienze come questa sono qualcosa di molto di più.
Alla fine sorse abbiamo capito che più semplicemente le maschere hanno sempre consentito all’uomo di apparire migliore di come è in realtà prima a sé stesso e poi agli altri. Ma quando si ha la possibilità di cogliersi nella convivenza comune ci si riscopre tutti, seppur con le nostre peculiarità, tutti uguali.
Grazie per questa meravigliosa opportunità, è stato prezioso.
Raffaella Sacchitelli