Il racconto di Marila | Youth Exchange Erasmus+ "I am social, not social media addicted" - Åhus, Svezia, dal 18 al 25 agosto 2016
17 Agosto, ore 10: comincia l’avventura.
Il volo Roma Ciampino – Copenaghen.
La destinazione: Åhus, una località nei pressi di Kristianstad. In Svezia.
Raffaella, Francesco, Mina e Matteo sono stati i miei compagni di viaggio. Degli ottimi compagni. Pieni di vita, di sogni, di speranze. Pieni di tanta voglia di fare. Sempre pronti a partire, incontrare, conoscere.
Eccole, cinque anime e cinque corpi che, con un biglietto alla mano e uno zaino in spalla (o qualche trolley di troppo), hanno assaporato il gusto della fresca estate svedese.
Una nuova call, una candidatura, un progetto Erasmus+ sull’utilizzo responsabile dei Social Media: “I’m social, not social media addicted.” Ma nella scatola c’è ben altro. Tanto altro.
Dopo una breve sosta rigenerante in quel di Copenaghen, il 18 Agosto, in compagnia di un nuovo amico direttamente dalla Grecia, ha inizio la permanenza in Svezia.
Tutto comincia a sembrare più magico.
Oramai ci siamo lasciati l’Italia e la sua lingua alle spalle. Siamo su un treno che corre sull’acqua, il ponte di Øresund, una meravigliosa costruzione di alta ingegneria che collega la Danimarca alla Svezia.
I paesaggi sono mozzafiato. Le macchine fotografiche e gli smartphones lasciano spazio agli occhi, che si riempiono di immagini difficilmente obliabili.
Finalmente ci siamo: Åhus. Ad accoglierci ci sono i trainer che ci faranno compagnia in tutta la settimana: Rocco, Irena e Elvis. Giovani, brillanti, preparati.
Ci guardiamo attorno.
“We are in the middle of nowhere.” Molti di noi hanno ripetuto questa frase milioni di volte. Certamente non ci si poteva dar torto: un po’ lontani dalla città, intorno a noi poca civilizzazione, immersi in distese di campi, circondati da balle di fieno.
Il cielo azzurro sopra di noi. Un attimo dopo la pioggia. Nello stesso istante, l’arcobaleno. L’aria fresca, niente macchine, niente smog. Solo aria pulita.
Ci guardiamo attorno: solo natura. Natura selvaggia, incontaminata.
I primi incontri, i primi volti: sette nazioni, quaranta partecipanti. Il nostro ostello comincia a riempirsi. I primi abbracci e i primi sorrisi: la nostra settimana ha inizio.
Tra lezioni, lavori di gruppo, coffee breaks, balli, canti e animate discussioni, tutto comincia a prendere forma. Nella sala workshop non è consentito l’utilizzo dei telefoni cellulari. Perché? E’ lo scopo del progetto: renderci “social” senza la maschera dei Social Network. La prima reazione è stata davvero molto divertente: nei nostri occhi si leggeva panico, disagio e… pieno disaccordo! Ma il tempo passava, l’armonia cresceva e il Wi-Fi diventava sempre meno importante.
Sette nazioni, quaranta partecipanti: ragazzi e ragazze, tutti noi giovani sognatori, studenti, lavoratori, con impegni diversi, ma interessi simili.
Le culture e le lingue disparate non fanno più alcuna paura.
La crescita è tanta e difficile da raccontare. Bisogna saper usare le giuste parole per descrivere quello che si prova. Alle volte basta guardarsi negli occhi: sono pieni di gioia, esperienze vissute, abilità, competenze e nozioni da condividere.
La settimana continuava, i giorni passavano, le ore e i minuti scorrevano inesorabili: le attività, le lunghe passeggiate da avventurieri, i bagni in riva al Mar Baltico, la pioggia, il sole, le partite a pallone, i barbecue sul prato.
Le cene in compagnia, le serate interculturali. L’inglese diventa il tuo alleato, la tua lingua e la tua nazione diventano fonte di ammirazione per gli altri. E viceversa.
Abbiamo imparato tanto, abbiamo scoperto molto.
Ho tanto da dire, non basterebbero tre fogli di Word. Nella mia mente i pensieri scorrevano, come fiumi in piena.
Il tempo è volato, i nuovi amici pronti a ripartire, tutti con la speranza di rivederci ancora. I posti, i volti sono ancora dentro di me: non li lascerò mai andare via.
E ora… che una nuova avventura abbia inizio!
Grazie Beyond Borders, grazie Åhus, grazie a tutt*.
Marila