Il racconto di Giusy, Marina, Domenico, Titti, Rosanna, Michela, Vito e Raffaella | Youth Exchange Erasmus+ "Individual Success from Failure of Community" - Ófehértó, Ungheria, dal 20 al 29 giugno 2016
“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi”: il 20 giugno 2016 siamo partiti alla volta di Ófehértó, carichi di aspettative.
È stata la nostra prima esperienza con l’associazione Beyond Borders, quindi non avevamo idea di cosa ci aspettasse e delle persone che avremmo conosciuto.
L’esperienza sembrava essere partita col piede sbagliato dato che avevamo perso un bus e siamo arrivati sul luogo a notte fonda, ma poi la situazione è migliorata giorno dopo giorno...
Ogni giorno svolgevamo delle attività basate sull’integrazione, sul rinsaldare i rapporti interpersonali, sulla conoscenza del prossimo.
Abbiamo disegnato, ascoltato musica, conversato, dibattuto, abbiamo fatto dei giochi finalizzati allo stringere amicizia e al fidarci l’uno dell’altro.
Sicuramente l’attività più interessante e divertente è stata quella in cui dovevamo oltrepassare una rete senza toccare la corda: la difficoltà stava nel fatto che dovessimo oltrepassarla tutti quanti senza possibilità di poter comunicare a parole, e senza poter passare tutti dallo stesso lato.
Dopo i primi errori abbiamo iniziato a capire quale fosse il modo giusto, a collaborare e a sentirci un vero gruppo, avendo capito che l’importante non era il singolo ma la riuscita collettiva.
Proprio come previsto dalle finalità del progetto, abbiamo avuto la possibilità di conoscere altre culture, altre tradizioni, e soprattutto abbiamo condiviso i nostri cibi tradizionali in una serata organizzata appositamente per questo motivo: ogni nazione ha esposto i propri piatti tipici nei propri stand e ha assaggiato quelli degli altri gruppi, in un misto di odori e sapori ungheresi, rumeni, greci e italiani.
È stato bello vedere come gli altri ragazzi gustassero le pizze che avevamo preparato con cura tutti insieme.
Tra le varie attività previste, ce n’era una in cui ogni gruppo mostrava le proprie danze tipiche e invitava gli altri ragazzi ad unirsi e ad imparare i balli.
Abbiamo anche visitato la casa di riposo e una scuola dell’infanzia. Sia gli anziani che i bambini avevano preparato per noi dei canti tradizionali e dei balli, e noi abbiamo offerto loro i nostri balli tradizionali e i nostri sorrisi.
L’ultimo giorno sono state affisse delle buste per lettere sulla parete ed era possibile lasciare dei messaggi a proprio piacimento agli altri ragazzi. Leggere tutte quelle parole poco prima di andare via è stato molto suggestivo.
È stata un’esperienza proficua, sicuramente con dei pro ma anche con dei contro (come ad esempio non aver avuto la possibilità di visitare il posto), che tuttavia in un bilancio generale lasciano posto alla positività e sicuramente a dei bei ricordi e a delle amicizie forti che porteremo sempre con noi.